lunedì 10 dicembre 2012

J’accuse. Come si manipolano i concorsi universitari


Qualche giorno fa è uscito su Tiscali (il terzo sito di informazione più letto d’Italia) una riflessione su come si gestiscono i concorsi in Italia di Massimo Ragnedda, sociologo italiano attualmente Lecturer in Mass Communications presso la Northumbria University di Newcastle (UK). Lo ripubblichiamo qui, sperando che venga letto e preso ad esempio da molti colleghi - inclusi quanti hanno partecipato a recenti concorsi per ricercatore a tempo indeterminato, perdendoli per far posto a candidati patentemente meno titolati selezionati sulla base di regole dubbie. (Esemplare il caso di un concorso bolognese dove il vincitore poteva vantare solo una manciata di articoli tutti o quasi come secondo autore, articoli privi di attribuzione delle parti e in campi disciplinari spesso altri rispetto alla Sociologia. E questo, a quanto dicono i commissari, secondo regole e definizione dei criteri di valutazione accettate dall'Ateneo, anche contro quella che è stata a lungo una regola aurea dei concorsi pubblici in Italia, e cioè la esclusiva valutabilità di pubblicazioni per cui fosse possibile accertare il contributo individuale: regola forse ottusa, ma che esiste e sulla base della quale soprattutto agli inizi della carriera si compiono scelte di scrittura e pubblicazione. Infrangere quella regola significa semplicemente penalizzare quanti hanno ritenuto di dover contare sulle sole proprie forze per pubblicare e farsi un nome, premiando percorsi di ricerca e scrittura così come "prodotti di ricerca" spesso occasionali e eteronomi).

Prendo spunto da un recente concorso al quale ho partecipato (gli atti del concorso non sono stati ancora pubblicati e quindi non ne conosco l’esito), per iniziare a parlare del contestabile processo di reclutamento delle Università italiane. L’Università di Sassari ha bandito 29 posti da RTD (Ricercatore a Tempo determinato) ognuno dei quali con uno specifico oggetto di ricerca. L’art. 24, comma 2 A della Legge 240/2010 prevede che sia possibile inserire nei bandi un profilo “esclusivamente tramite l’indicazione di uno o più settori scientifico-disciplinari” (SSD) e non inserendo un progetto di ricerca specifico (come invece si fa per gli assegni di ricerca).

Dunque i bandi dovrebbero essere illegittimi. Dico dovrebbero perché in realtà, in una interrogazione parlamente, il governo ha fatto sapere che non è proibito l’inserimento di un progetto nel bando. Ma si tratta di una interpretazione che non fa giurisprudenza: roba da giuristi, insomma. Ma, per un attimo, sorvoliamo sulla cosa, perché non è di questo che voglio parlare, ma di come e quanto sia facile, volendo, manipolare un concorso. Ognuno di questi 29 posti è valutato da una specifica commissione composta da 3 docenti di ruolo dello stesso SSD oggetto di concorso. Ogni commissione ha stabilito dei propri criteri con i quali valutare i candidati, come se, permettemi la metafora, per ogni incontro di boxe i commissari scegliessero, di volta in volta, regole diverse.

sabato 24 novembre 2012

Solidarietà per Orsini: messaggi giunti al blog


Pubblichiamo qui una selezione dei messaggi che sono giunti al blog negli ultimi giorni, inviati da colleghi - ordinari, associati, ricercatori, assegnisti - a sostegno della battaglia di Alessandro Orsini. Rinnoviamo l'invito a mandarci messaggi di solidarietà come questi, che testimoniano al contempo il senso della dignità professionale che per fortuna esiste ancora nella nostra "comunità scientifica", nonostante i suoi molti mali e difetti. Ricordando anche che, al di là del caso specifico, e delle eventuali idiosincrasie personali, in gioco c'è il diritto di poter difendere i propri diritti, e di poter pretendere che un'associazione professionale e scientifica - l'unica al momento esistente nella nostra disciplina accademica - difenda senza ambiguità questo diritto, possibilmente riconoscendo e valorizzando anche i meriti intellettuali e scientifici delle parti in causa. 


* * *



Con questa mail voglio esprimere il mio disappunto per la vicenda che coinvolge l'AIS e il collega Alessandro Orsini ed esprimere la mia solidarietà a quest'ultimo per il modo in cui è stato trattato che mi sembra veramente indegno di una comunità scientifica.

cordiali saluti

Tiziana Terranova

Professore associato, Università di Napoli-L'Orientale



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Ritengo doveroso esprimere la mia solidarietà umana e professionale nei confronti del collega Alessandro Orsini.
Penso inoltre che il ruolo delle Sezioni scientifiche dell'AIS dovrebbe essere quello di animare il dibattito scientifico (e quindi magari ragionare sulle implicazioni sostanziali che i ricorsi hanno per il nostro campo disciplinare) e non quello di fornire pareri legali.

Giuliana Mandich, professore ordinario, Università di Cagliari





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Piena solidarietà ad Alessandro Orsini

Davide Sparti
Professore associato, Università di Siena



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Lettera di solidarietà ad Alessandro Orsini

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, invitando i lettori che hanno a cuore il buon governo della sociologia italiana ad aderire all'iniziativa. A breve pubblicheremo anche alcuni significativi messaggi di solidarietà a Orsini inviati al blog nei giorni scorsi da colleghi di ogni ordine e grado.


Alessandro Orsini, un ricercatore con una qualificata produzione scientifica, è diventato oggetto in queste ultime settimane di reiterati e pesanti attacchi da parte della neo-coordinatrice della Sezione di Sociologia Politica dell’AIS e di alcuni suoi colleghi, dopo aver ottenuto per la seconda volta l’annullamento da parte del TAR del concorso di seconda fascia di Sociologia Politica all’Università di Chieti e aver chiesto il giudizio dei Probi Viri dell’AIS sull’operato dei commissari di quel concorso.
Orsini aveva già ricevuto intimidazioni e minacce (da lui riferite alla Sezione di Sociologia Politica dell’AIS) dopo che aveva presentato il suo ricorso al TAR. È singolare che la Sezione di Sociologia Politica, che non aveva ritenuto di reagire in alcun modo alla sentenza (che pur rilevava gravi irregolarità), sia ora intervenuta contro di lui, in difesa dei commissari del concorso annullato.
Gli attacchi contro una persona che ha avuto il coraggio civile di rivolgersi alla magistratura per chiedere il rispetto della legge, e l’isolamento in cui Orsini è stato precipitato, non sono tollerabili in una comunità scientifica degna di questo nome e rispettosa di elementari principi di civiltà.
Esprimiamo ad Alessandro Orsini la nostra più convinta solidarietà.

1.      Maria Luisa Bianco, prof. Ordinario di Sociologia, Università del Piemonte Orientale, Presidente laurea magistrale in Società e sviluppo locale e già Preside della Facoltà di Scienze Politiche
2.      Franca Bimbi, prof. ordinario di Sociologia, Università di Padova, direttrice della Scuola di Dottorato in Scienze Sociali, Interazioni, Comunicazione e Costruzioni Culturali, già parlamentare italiana (XIV e XV legislatura)
3.      Giuseppe Bonazzi, prof. Ordinario di Sociologia dell’Organizzazione, Università di Torino, già direttore del Dipartimento di Scienze sociali
4.      Mario Cardanoprof. Ordinario di Sociologia, Università di Torino, Presidente corso laurea triennale in Science Sociali
5.      Francesco Paolo Cerase, prof. ordinario di Sociologia Economica, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, già Preside della Facoltà di Sociologia
6.      Giorgio Chiari, prof. Ordinario di Metodologia e Tecniche della Ricerca Sociale, Università di Trento, direttore C.I.R.C.L.E. (Centro Internazionale di Ricerca sul Cooperative Learning).
7.       Antonio Chiesiprof. Ordinario di Metodologia delle scienze sociali, Università di Milano, direttore Graduate School in Social and Political Sciences
8.      Franco Ferrarotti, prof. emerito di Sociologia, Università di Roma “La Sapienza”, membro dell’Albo d’Onore dell’AIS
9.       Giampietro Gobo, prof. Straordinario di Metodologia della ricerca sociale, Università degli Studi di Milano, già chair RN 20 della European Sociological Association
10.  Maria Immacolata Macioti, prof. Ordinario di Sociologia, Università di Roma “La Sapienza”, già coordinatrice del dottorato in ‘Teoria e ricerca sociale’
11.  Luciano Pellicani, prof. Ordinario di Sociologia politica, Università LUISS "Guido Carli", già direttore della Scuola di Giornalismo LUISS.
12.  Maurizio Pisati, prof. Ordinario di Sociologia, Università degli Studi di Milano-Bicocca, già Presidente del Corso di laurea triennale in Sociologia
13.   Giovanna Procacci, prof. Ordinario di Sociologia, Università degli Studi di Milano, già Presidente della European Sociological Association
14.  Paola Ronfaniprof. Ordinario di Sociologia del Diritto, coordinatrice del dottorato internazionale “Renato Treves” Law and Society
15.  Antonio Strati, prof. Ordinario di Sociologia dell’Organizzazione, Università di Trento, già presidente del corso di laurea in Lavoro, Organizzazione e Sistemi informativi
16.  Anna Lisa Tota, prof. Straordinario di Sociologia, Università di Roma 3, già chair dei RN 2 e 7 della European Sociological Association.

domenica 11 novembre 2012

L'AIS e i suoi "probi viri": ultime dal fronte

Come molti sapranno, il 16 ottobre scorso l'AIS aveva nominato - dopo aver accolto la richiesta di Alessandro Orsini di sottoporre a giudizio dei pari gli esiti (peraltro positivi) del suo ricorso contro la commissione concorsuale di Chieti -  i suoi tre (naturalmente tre!) probi viri. Si tratta(va) di Alberto Marradi, Massimo Paci e Roberto De Vita. Una scelta che a molti è apparsa in effetti un po' bizzarra, non tanto per la regola del 3x3 ben nota, ma per la presenza di un certo qual squilibrio quanto meno di notorietà tra i tre. Non sappiamo con precisione cosa sia accaduto, ma evidentemente qualcosa è accaduto, visto che a distanza di tre settimane la Presidenza e il direttivo dell'AIS hanno fatto un passo indietro, sospendendo la nomina  e rimandando il tutto alla prossima - quando ci sarà, numeri legali permettendo - approvazione del nuovo statuto associativo. In attesa di conoscere i particolari, crediamo sia utile pubblicare anche sul nostro blog la lettera del Presidente Bruschi, inviata ai soci l'8 novembre scorso.


Cari socie/i,
nella nostra comunità si è creata una grave situazione conflittuale che si va allargando e inasprendo-, dando luogo a scontri a volte assai lontani dai requisiti propri di un dibattito critico e civile tra le parti. Di fronte a questa situazione, il Direttivo intende assumersi le proprie responsabilità in ordine alla tutela dei fini associativi e del loro rispetto nella condotta tenuta dai soci. Dobbiamo cercare di riportare discussioni e conflitti dall’ambito dell’espressione e della passione a quello più circoscritto della ragione, della riflessione e del diritto.

Il Direttivo, anticipando quanto previsto dal futuro statuto (che avrebbe dovuto essere posto in votazione a Trento, nell’Assemblea convocata il 13 ottobre, ma che non lo è stato per mancanza di numero legale), aveva istituito un organo ad hoc, il Collegio dei Probi Viri, delegandogli il compito di dirimere i conflitti attinenti alla dimensione regolamentare e deontologica che potessero sorgere all’interno dell’Associazione. Per dargli maggiore autorevolezza, la nomina dei suoi componenti è stata lasciata al Consiglio dei saggi, presieduto dal nostro Presidente onorario e composto dagli ultimi due past-president e da due membri onorari.

Tale organo avrebbe potuto affrontare in modo equilibrato e super partes i conflitti tra le varie parti, riconoscere le pretese giuste e respingere quelle ingiuste, sanzionare i comportamenti non conformi alle norme associative o all’etica professionale. Anche il libero accesso a tale organo da parte di tutti i membri dell’Associazione, senza alcun filtro selettivo da parte del Direttivo, ci era sembrato un segno di tutela e di rispetto per i nostri soci.
Purtroppo, tale scelta non è stata così intesa da tutti. Alcuni membri dell’associazione hanno negato legittimità al Collegio dei Probi Viri (sia per l’investitura avuta dal Direttivo che è stata considerata impropria, sia per l’assenza di precise norme statutarie al loro riguardo nel vecchio statuto), rifiutando di essere oggetto di qualsiasi possibile giudizio e minacciando ritorsioni legali. Naturalmente, come ogni problema normativo, anche questo è passibile di differenti interpretazioni. Abbiamo però pensato che, nelle more dell’approvazione del nuovo Statuto, attualmente sottoposto a votazione telematica da parte dei soci, non fosse opportuno aggiungere ulteriori conflitti a quelli già abbondantemente presenti, esondando questa volta dal piano interno a quello esterno del foro giuridico.

Abbiamo pertanto deciso di sospendere temporaneamente ogni attività in attesa che si concludano le operazioni di voto sul nuovo statuto, al fine di evitare qualsiasi contestazione circa la legittimità della figura dei Probi Viri.
Invito tutti i soci a partecipare con più serenità a questo momento di transizione statutaria, e di esercitare il loro diritto di voto per l’approvazione del nuovo Statuto, secondo la semplice procedura pubblicata sul sito AIS. Vi ricordo che il buon funzionamento di una comunità non sta solo nei comportamenti e nelle decisioni dei suoi dirigenti, sta anche nella partecipazione attiva di tutti i suoi membri: l’AIS è e sarà quello che noi tutti vorremo e sapremo farne.

Il Presidente
Alessandro Bruschi


venerdì 9 novembre 2012

Solidarietà al collega Orsini


Da qualche settimana il collega Alessandro Orsini è oggetto di una pesante polemica con il nuovo direttivo della sezione "Sociologia politica" dell'AIS" e con alcuni membri della stessa. 
Non è nostra intenzione, in questa sede, ricostruire la natura di quegli attacchi e le vicende concorsuali/giudiziarie che ne sono all'origine: ne abbiamo già dato ampiamente conto in questo stesso blog, e ognuno è libero di valutare i fatti e trarne le proprie conclusioni. 
Non vogliamo nemmeno assumere il ruolo dei paladini di Orsini, che ha già i suoi avvocati e sa difendersi molto bene da solo. 
Ciò che intendiamo fare, con forza, è esprimere a Orsini tutta la nostra solidarietà umana e professionale, per i toni che ha assunto la polemica e per tutto ciò che il suo caso e la sua battaglia rappresentano pubblicamente nella comunità sociologica accademica italiana.
Invitiamo chi volesse esprimere la propria solidarietà a inviare un breve messaggio all'indirizzo perlasociologia@gmail.com


Filippo Barbera
Maurizio Pisati
Marco Santoro

domenica 4 novembre 2012

L'ultima occasione

Non conosco personalmente i commissari del concorso di Chieti. Non conosco personalmente Alessandro Orsini. Ci siamo solo scambiati delle mail dopo che la sua vicenda è diventata nota. Non so chi siano i Probiviri dell’Ais. Sono solo un iscritto, da molti anni, di questa Associazione.

La vicenda

La vicenda, in estrema sintesi, è la seguente: si tiene un concorso con un suo esito; uno dei candidati fa ricorso al TAR; quest’ultimo organo da ragione al ricorrente, sottolineando l’esistenza di una precisa irregolarità; che peraltro uno dei commissari (in una recente lettera) sostiene essere molto grave; infine, con in mano la sentenza, Orsini chiede all’AIS che il comportamento dei commissari venga stigmatizzato, affinché non si ripetano più irregolarità come queste.

La reazione

A questo punto mi sarei aspettato che i commissari rispondessero pubblicamente alle prese di posizione di Orsini, difendendo il loro operato (i giudici possono sempre sbagliare), argomentando le loro posizioni, facendo anche gesti eclatanti (come ad es. le dimissioni che in questi giorni hanno dato i membri della commissione Grandi Rischi) convinti di aver operato nel rispetto del loro mandato e in modo etico, non accettando (moralmente) una sentenza a loro parere ingiusta.

venerdì 2 novembre 2012

Un intero dipartimento di sociologia sotto inchiesta? Succede a Bologna

Che la sociologia italiana si presti a rilievi critici anche pesanti circa la sua organizzazione accademica, le sue pratiche di reclutamento e - non ultima - la qualità media della sua produzione, lo sapevamo bene. Anzi, è da questa consapevolezza e in vista di una sua diffusione che questo blog è nato oltre un anno fa. Casi come quello di Chieti non sono che la punta emersa di un iceberg che "pesa" sull'intera comunità scientifica, e lo sappiamo bene. Ora la denuncia di favoritismi e personalismi è giunta a toccare una delle roccaforti della sociologia accademica "che conta" - il dipartimento di Sociologia dell'università di Bologna - come riportato dagli articoli di giornale che alleghiamo (vedi link qui sotto). 
Questo è al contempo motivo di preoccupazione e però anche di speranza. Preoccupazione perché non può non preoccuparci il danno di immagine pubblica che ne potrebbe derivare alla disciplina; speranza perché è solo attraverso un percorso fatto anche di denunce pubbliche e successivi tentativi di arginare i danni che si può sperare in una rifondazione di questa comunità frammentata e governata da troppo tempo da logiche che nulla hanno a che fare con quelle della ricerca e dello studio. 
E siccome abbiamo già avuto modo di apprezzare in questo blog l'equilibrio e la trasparenza del Presidente del GEV-14 Ivo Colozzi, che di quel dipartimento è membro, chiediamo a lui ancora una volta di darci qualche elemento di analisi e di giudizio.


http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2012/30-ottobre-2012/parentopoli-sociologia-procura-apre-fascicolo-2112485245512.shtml

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/10/30/news/sociologia-45584935/

http://affaritaliani.libero.it/emilia-romagna/parentopoli-a-sociologia-coniugi-e-figli-nel-dipartimento301012.html

e soprattutto:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/30/parentopoli-a-sociologia-procura-apre-fascicolo-per-abuso-dufficio/398392/

lunedì 29 ottobre 2012

Chiara Saraceno: perché non posso più essere membro onorario dell'Ais

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera di Chiara Saraceno, che ci sembra esprimere al meglio il punto di vista di molti colleghi che hanno davvero a cuore le sorti, la dignità, e il senso della disciplina sociologica in Italia.

Cari colleghi,


la vicenda Orsini, o meglio il modo in cui si è risposto da parte di chi ha maggiori o minori responsibilità istituzionali, è diventata per me l'ultima goccia che mi rende impossibile continuare ad accettare come un onore fare parte dell'AIS come membro, appunto, onorario. Troppe sono le vicende che, ai miei occhi, ne segnalano l'incapacità, o non volontà, di riformarsi in direzione di maggiore, e più universalistico, riconoscimento del merito, di trasparenza, di rottura di meccanismi che premiano l'appartenenza piuttosto che il contributo scientifico.
Al di là del caso Orsini, ci sono molti altri concorsi, alcuni invalidati sulla base di errori formali (gli unici, ahimé, che possono essere fatti valere), la vicenda della graduatoria delle riviste, le modalità di (non) circolazione delle informazioni circa la costituzione dei gruppi di valutazione dell'ANVUR e altro ancora. Tutti fenomeni che testimoniano il radicamento di pratiche clientelari, sprezzo di criteri minimi di oggettività e del rispetto di standard minimi di qualità riconosciuti a livello internazionale.

La sezione di Sociologia politica dell'Ais vs. Orsini: lettere e documenti

Nei giorni scorsi la vicenda Orsini, di cui in diverse occasioni ci siamo  occupati su questo blog e ancor prima sul forum Treccani, ha conosciuto ulteriori sviluppi. Come si ricorderà, qualche settimana fa il direttivo dell'Ais ha deliberato di accogliere la richiesta di Orsini, a seguito del secondo giudizio favorevole della magistratura sul suo ricorso, di sottoporre il suo caso alla valutazione del collegio dei probi viri dell'associazione. In attesa di questa valutazione, e per offrire ulteriori elementi di analisi e giudizio, nei giorni scorsi la neo-coordinatrice della sezione di Sociologia politica dell'Ais ha  inviato al Presidente dell'Ais e per conoscenza ad altri colleghi e a questo stesso blog, una lettera in cui la stessa, in rappresentanza della sezione, prendeva posizione ancora una volta a difesa dei commissari del concorso di Chieti e contro Orsini reo, a quanto si dice, di gratuiti e infondati attacchi alla dignità professionale. E prendeva posizione con tanto di parere legale richiesto dalla sezione stessa (o una sua minoranza qualificata) "sulle dichiarazioni fatte da Orsini al riguardo nelle sue mail inviate al Presidente dell’AIS e a molti colleghi". La lettera ha scatenato ovviamente reazioni, anche documentate, da parte sia di Orsini che di altri (in particolare Umberto Melotti e Luciano Pellicani). Tutto questo carteggio viene adesso pubblicato da "Per la sociologia", con una selezione dei documenti allegati.  Lo pubblichiamo come l'abbiamo ricevuto,  e in ordine cronologico, lasciando ai lettori la libertà di interpretare e valutare. Come al solito, sono auspicati e graditi commenti. 

La lettera della neo-coordinatrice della sezione di Sociologia politica, del 25 ottobre 2012

Ai probi viri dell'AIS

e per conoscenza 
al Presidente  
al Vice Presidente 
al Segretario Generale
al Direttivo 
al Consiglio dei Saggi


Le accuse di un componente dell’AIS, dottor Alessandro Orsini, nei confronti di alcuni membri della Sezione di Sociologia Politica sulle modalità di svolgimento di un concorso per II fascia tenutosi a Chieti e oggetto di una recente sentenza del TAR di Pescara, rischiano di minare l’immagine non solo dei nostri colleghi, ma della stessa disciplina. E’ per questo che insieme ad alcuni colleghi abbiamo ritenuto di assumere un motivato parere legale  sulle dichiarazioni fatte a riguardo da Orsini nelle sue mail inviate al Presidente dell’AIS e a molti colleghi.
Innanzitutto, recita il parere che alleghiamo “é certamente falso affermare che la magistratura ha censurato pesantemente l’operato della commissione per eccesso di potere e illogicità… E infatti, come è evidentissimo dalla lettura della sentenza, tale non è la valutazione che il Tribunale ha fatto della procedura, ma è una delle doglianze avanzate dall’Orsini (e non vagliate dal tribunale)”.
In secondo luogo non è attribuibile ai commissari la responsabilità della nullità del bando poiché risulta evidente che “la Commissione non sia certo dotata di poteri di modifica del bando e anzi la sua eventuale decisione di non ammettere opere non ancora edite sarebbe stata un’aperta ribellione al bando stesso che avrebbe portato con ancora maggiore celerità all’annullamento della procedura concorsuale.”

mercoledì 3 ottobre 2012

Ancora su sociologia e magistratura: il caso di Cagliari

Ancora un concorso di sociologia annullato dalla magistratura. Si tratta del concorso e dei verbali relativi al reclutamento di un ricercatore universitario per il settore scientifico disciplinare SPS/07 Sociologia Generale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Cagliari. Come si può leggere qui, la sentenza sottolinea alcuni violazioni da parte della Commissione: dalla mancata individuazione del contributo individuale in caso di pubblicazioni con più autori (una questione su cui varrebbe la pena ritornare anche in relazione ad un concorso bolognese recentemente chiuso), alla presenza di giudizi vaghi che non rilevano la minore o maggiore originalità e innovatività delle pubblicazioni. 


martedì 2 ottobre 2012

Lettera di Orsini ai suoi colleghi

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.


Cari colleghi,

per decenni, l’Università italiana è stata umiliata da una quantità enorme di concorsi truccati. Questo sistema deve essere combattuto. Non è un’impresa facile perché la cultura dell’omertà, così radicata nei nostri ambienti, isola coloro che hanno il coraggio civile di rivolgersi alla magistratura mentre fornisce protezione e solidarietà ai professori che violano le regole, incoraggiando i primi a tacere e i secondi ad abusare dei loro poteri. È significativo che alcuni firmatari del documento “Un’altra strada” mi abbiano scritto per dirmi: “Noi sappiamo che tu hai subito un’ingiustizia, ma ti sei spinto troppo oltre con la tua richiesta di censura”. D’altronde, la magistratura è stata chiarissima: la responsabilità dell’annullamento del concorso di Chieti è tutta dei commissari, non della norma illegittima contenuta nel bando.

I magistrati spiegano che, se i commissari avessero escluso dalla valutazione il candidato locale o, eventualmente, il suo libro “fantasma”, la norma illegittima non avrebbe prodotto conseguenze ed io − almeno su questo punto specifico − non avrei potuto presentare doglianze. Ciò è dimostrato dal fatto che la magistratura scrive che la norma illegittima produce una “concreta lesività solo all’esito della procedura”. E l’esito della procedura è stato viziato dal fatto che la commissione ha ammesso a valutazione titoli che non avrebbe dovuto ammettere.



venerdì 28 settembre 2012

Ais e concorso di Chieti

Ci pare doveroso informare i lettori del blog che lunedì scorso il Direttivo dell'AIS ha deliberato all'unanimità l'accoglimento della richiesta di Orsini per l'intervento dei Probi Viri riguardo al concorso per professore associato che il TAR di Pescara ha annullato per la seconda volta. La notizia ci è stata gentilmente comunicata sin da martedì dal presidente Ais Alessandro Bruschi, che ringraziamo.

La redazione di Per la sociologia/xls

Un'altra strada


Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

La coincidenza della nuova lettera del collega Orsini, riferita alla sentenza del Tar dell’Abruzzo sul concorso di Chieti a professore di II° fascia, con il nostro Convegno di Roma ci spinge ad intervenire, nel tentativo di distinguere rigorosamente i fatti dalle opinioni e dai giudizi personali (con il corredo di illazioni, allusioni, provocazioni e invettive che spesso ne consegue), ponendo così una questione che, insieme, è di sostanza e di metodo.
Quali sono i fatti certi in questa vicenda? A nostro avviso sono tre.

mercoledì 26 settembre 2012

A proposito del concorso di Chieti...


Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Come alcuni di voi probabilmente già sanno, pochi giorni or sono Alessandro Orsini ha nuovamente vinto il ricorso al TAR sul concorso per professore associato di sociologia politica all’Università di Chieti (dopo la precedente sentenza a lui favorevole vi era stato un  re-invio al TAR da parte del Consiglio di Stato, su appello dei due “idonei” votati a maggioranza dalla Commissione).
Come si può vedere dalla sentenza (accessibile tramite il link http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Pescara/Sezione%201/2010/201000292/Provvedimenti/201200390_01.XML), il TAR,  esaminati ancora una volta tutti i documenti, ha censurato la Commissione per aver operato in modo illegittimo, con violazioni di legge, eccesso di potere e altre irregolarità. Nonostante che non spetti al TAR esprimersi sulle valutazioni di merito, dalla sentenza emerge con chiarezza che senza quegli illeciti il concorso avrebbe probabilmente avuto un esito diverso.

sabato 22 settembre 2012

Lettera al Presidente dell'AIS

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, come sempre sollecitando ad intervenire tutti i colleghi che ancora tengono alla dignità della sociologia italiana.

 
Caro Bruschi,

da tempo seguo la vicenda concorsuale in cui è stato coinvolto il collega
Orsini. Se fin dall'inizio le intimidazioni di cui è stato ripetutamente
oggetto mi hanno indignata, ora ritengo che il merito della sentenza, che
ha annullato per la seconda volta la procedura comparativa in questione,
renda imprescindibile per l'AIS deferire ai Probi Viri i commissari che si
sono macchiati di tali illeciti e violazioni di qualsiasi codice etico
professionale. Il silenzio su una questione di tale gravità getterebbe nel
discredito e nella vergogna l'intera comunità scientifica nazionale,
rendendola di fatto omertosamente complice di ciò che è avvenuto.
Certa che non lascerai cadere nel vuoto le legittime aspettative del
collega Orsini e di quanti di noi ancora credono che sia possibile un
funzionamento onesto della nostra disciplina, ti saluto cordialmente

Luisa Bianco

venerdì 21 settembre 2012

Richiesta di censura


Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, la lettera inviata da Alessandro Orsini al Presidente dell'Ais, in data 20 settembre 2012. Ci auguriamo che l'Associazione Italiana di Sociologia sappia reagire alle sollecitazioni di Orsini con serietà e senso della dignità professionale.


Caro Professor Bruschi,

Il TAR di Pescara ha annullato, per la seconda volta, il concorso per un posto di professore associato in Sociologia dei fenomeni politici da me impugnato contro l’Università di Chieti. La magistratura ha censurato pesantemente l’operato della commissione per “eccesso di potere” e “illogicità”, ma anche per avere ammesso a valutazione titoli non ammissibili e per essersi rifiutata di comparare le pubblicazioni dei candidati:


Più in particolare, vorrei richiamare l’attenzione sui punti tre, quattro e cinque della sentenza, in cui si legge:

3) “ulteriore violazione dell’art. 4, II comma, lett. d) del d.P.R. n.117/2000: poiché la bozza in corso di stampa non è stata inviata, risulta erronea ed incomprensibile come la Commissione, nel verbale del 19.5.2010, abbia potuto affermare che tra le pubblicazioni presentate da Canzano Antonello al n. 7 risultava “Gli Amministratori locali di AN. Un profilo socio politico, in corso di pubblicazione come da lettera dell’editore”
4) "ulteriore violazione dell’art. 4, XIII comma, del d.P.R. n.117/2000, in quanto la Commissione ha individuato i due candidati idonei senza alcuna valutazione comparativa, ma a seguito di votazione;"
5) “Ulteriore violazione dell’art. 4, II comma, lett. d), del d.P.R. n.117/2000 e dell’art. 9 del bando, nonché eccesso di potere per travisamento, illogicità e difetto di istruttoria: dalla loro comparazione, risulta in modo evidente come le pubblicazioni del ricorrente [Alessandro Orsini] siano di maggior rilievo, quanto a collocazione e diffusione editoriale all’interno della comunità scientifica, sia nazionale che internazionale, rispetto alle pubblicazioni di Canzano Antonello”.

Il concorso è stato annullato dalla magistratura a causa del comportamento di alcuni professori ordinari iscritti all’AIS, i quali hanno violato le regole della procedura concorsuale e della comunità scientifica.
La invito, molto cortesemente, a sottoporre la sentenza del TAR di Pescara al collegio dei probi viri dell’AIS, al quale chiedo di censurare il comportamento della commissione di Chieti.
Mi permetto di ricordare che un membro di quella commissione aveva messo a verbale che la maggioranza dei suoi colleghi stava operando contro la legge e che questo rischiava di causare gravi danni sia ai candidati, sia all’Università. Tale professore chiedeva alla commissione di controllare che tutta la procedura si fosse svolta regolarmente (cito dai verbali). Il professor Fantozzi, già coordinatore della sezione di Sociologia politica dell’AIS, membro interno e segretario verbalizzante, si è rifiutato di effettuare i controlli richiesti e ha proceduto con la votazione a maggioranza (cito dai verbali). Un comportamento inqualificabile sostenuto da altri professori ordinari dell’AIS.
È evidente che nella nostra comunità, accanto ai professori che calpestano le regole, ve ne sono altri che meriterebbero di essere lodati per il coraggio civile e il senso delle istituzioni.
La prevalenza degli uni o degli altri nelle sedi decisionali dipende dal coraggio con cui l’AIS saprà introdurre le riforme necessarie per uscire dal degrado in cui siamo stati precipitati a causa di un prolungato malgoverno che ha premiato e diffuso comportamenti inaccettabili in una sana comunità scientifica.
L’AIS ha un compito importante. Mi auguro che avrà il coraggio di affrontarlo.

Ricordo i nomi dei membri della commissione di Chieti, invitando tutti i colleghi a soffermarsi sulle alte cariche istituzionali ricoperte da alcuni di questi professori dell'AIS censurati dalla magistratura:

Pietro Fantozzi, già coordinatore della sezione di Sociologia politica dell’AIS, Direttore del Dipartimento di Sociologia e Scienza politica nell’Università della Calabria, membro interno e segretario verbalizzante;
Gianfranco Bettìn, Presidente della commissione di Chieti, professore ordinario di Sociologia generale, già direttore del Centro Interuniversitario di Sociologia Politica (CIUSPO) dell’Università di Firenze;
Mario Aldo Toscano, già Presidente dell’AIS, professore ordinario di Sociologia generale, Direttore del Dipartimento di Scienze Sociali nell’Università di Pisa;
Vaclav Belohradsky, Professore ordinario di Sociologia politica nell’Università di Trieste;
Umberto Melotti, Professore ordinario di Sociologia politica nell’Università di Roma “La Sapienza”.


venerdì 14 settembre 2012

Il bradipo (e il) sociologo


Dove pubblicano i sociologi italiani? Quanto pubblicano? E, soprattutto, come pubblicano? A queste tre domande è possibile fornire qualche utile e plausibile risposta esaminando il database CINECA che raccoglie le schede individuali inserite dai sociologi accademici italiani, di I e II fascia, circa le loro pubblicazioni nel periodo 2002-2012. Oltre ottomila di queste schede si riferiscono a pubblicazioni in rivista – non solo articoli, ma anche note critiche e recensioni. E’ su questo sottoinsieme di pubblicazioni, variamente distribuite nei diversi SSD in cui si articola la disciplina, che concentriamo l’attenzione in questo post (cfr. Tab. 1). Il database che utilizziamo (aggiornato a fine giugno, e questo spiega la leggera discrepanza dei numeri rispetto ai dati presentati da Luisa Ribolzi nel suo post) è volutamente non pulito: esso riproduce il modo in cui i sociologi italiani presentano se stessi e il loro lavoro nel momento in cui compilano e caricano schede sui loro prodotti in vista della loro successiva valutazione (sinora principalmente per la distribuzione di risorse per la ricerca a livello di ateneo, d’ora in poi anche per la selezione dei membri delle commissioni di valutazione per l’abilitazione nazionale, e ovviamente per l’abilitazione nazionale). Si tratta cioè di dati che fanno riferimento a pratiche e percezioni della professione sociologica, e più precisamente dei suoi membri, catturate in un momento particolare – ma anche particolarmente delicato e rivelatore – del lavoro professionale: il momento cioè della scelta dei prodotti del lavoro di studio e ricerca da inserire nel proprio profilo di ricercatore e studioso, così come questo è definito e operativizzato dalle Anagrafi della ricerca dei singoli atenei e dal CINECA (che ne è spesso il collettore).

lunedì 10 settembre 2012

Qualche considerazione sugli articoli scritti dai sociologi

Riceviamo da Luisa Ribolzi, e volentieri pubblichiamo.


Come ormai consuetudine, contemporaneamente alla pubblicazione delle classificazione delle riviste scientifiche, fornisco alcuni dati riassuntivi sulla produzione dei sociologi italiani, che spero siano di qualche interesse per i colleghi.

Alla data del bando, figuravano presenti nei siti docenti del CINECA, per l’area 14, 4245 riviste (da A&D-Autonomia e Dirigenza, con 1 articolo di area SPS07, a Zur Debate, con  due articoli di area SPS01…) per complessivi 14.431 articoli, di cui 8767  afferenti ai settori sociologici (60,7%) e contenuti in 2629 testate, e 5664 afferenti ai settori di scienze politiche, contenuti in 1616 testate. Sono presenti riviste in cui scrivono colleghi di un’unica area, di più aree  dello stesso settore e anche di più aree  di settori diversi, cioè sia sociologi che scienziati politici. Limiterò i miei brevi cenni informativi ai soli sociologi, e alla descrizione quantitativa, senza entrare nel merito della discussione sulla classificazione.

La distribuzione degli articoli inerenti l’area sociologica è la seguente:


n.riviste   
n.articoli
        % sul              
        totale




SPS07
840
3200
36,5
SPS08
771
2301
26,2
SPS09
406
1442
16,4
SPS10
203
477
5,4
SPS11
83
306
3,5
SPS12
326
1041
11,9

2629
8767
100,0










Non si tratta, ovviamente di una maggiore “produttività” dei colleghi dei diversi settori, ma di una loro diversa numerosità.

Il numero delle riviste sopra indicato comprende però  i doppi:  se su di una sola rivista scrivono sociologi di diversi settori, il CINECA le elenca separatamente. Le riviste di sociologia sono 1414: sarebbe però più esatto parlare di “riviste su cui scrivono i sociologi”, perché all’interno troviamo molte riviste di altre aree, dalla letteratura alla storia all’economia alle – molte – di medicina. Di qui anche qualche apparente incongruenza nella classificazione: in linea di massima, si è accettata per i sociologi la classificazione fatta dai settori competenti. Quanto alla distribuzione, 939 articoli (il 10,7%) sono contenuti  in sole cinquanta testate, che ne contengono dieci o più, fino al massimo di 94 per sociologia e ricerca sociale e 55 per Sociologica. Al terzo posto, però, con 41 articoli troviamo La Stampa, quotidiano sicuramente prestigioso, ma che non ha certo una caratterizzazione come rivista scientifica. Tra i quotidiani compaiono, ma con  presenze assai più modeste, ad esempio anche Repubblica e il Manifesto (2), Corriere della Sera, Messaggero e Sole 24 ore (1).

Proseguendo con la distribuzione, abbiamo 193 testate con numero di articoli compreso fra tre e nove (in tutto 867), 232 testate con due articoli ciascuna e ben 937 testate su cui compare un solo articolo. Sul rapporto fra riviste italiane e straniere non ho avuto tempo di fare nessuna considerazione: tra le prime cinquanta sono dieci. Analogamente sarebbe interessante valutare la capacità dei sociologi di esportare le proprie competenze in altri campi del sapere accademico, scrivendo su riviste “non pertinenti”. 

Una breve considerazione su quanto è successo nel mese circa in cui era possibile popolare o modificare il proprio sito docente, che ho fatto su dati provvisori  ed ha quindi solo valore orientativo.  Il 15 luglio nell’area 14 erano state inserite 131 riviste che non vi figuravano al momento del bando (nel “listone” cui ho fatto riferimento finora): di esse sedici erano prive di ISSN, e questo benché si fosse indicato chiaramente che nel sito andavano inserite solo riviste scientifiche. Sono invece state tolte  33 riviste, alcune perché non scientifiche, altre poche, invece, di prestigio, come il British Journal of Sociology o Sociologie du Travail, probabilmente contenute nei siti di colleghi  che sono andati in pensione o sono mancati. E’ probabile che all’elenco si aggiungano riviste in cui hanno pubblicato i candidati nel periodo intercorrente fra il bando e la scadenza per la presentazione delle domande.

                                                                                                     Luisa Ribolzi
                                                                                                Vice Presidente Anvur

p.s. Brigida Blasi, il cui aiuto è stato prezioso, non firma questo testo perché è al momento impegnata a  dare alla luce la sua bimba, che sarà certamente di classe A! A lei gli auguri di tutta l’ANVUR

giovedì 12 luglio 2012

La valutazione della qualità della ricerca: alcuni dati sulle aree sociologiche

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.



CINECA ha comunicato i primi dati per settore scientifico disciplinare nell’area 14. I prodotti conferiti alla sub-area di Sociologia sono stati 2711, ovvero il 61% di tutti i prodotti conferiti all’area 14, divisi per settore come alla tabella 1.


Tab.1 – Prodotti conferiti della sub-area di Sociologia, per settore scientifico-disciplinare
Settori Scientifico-disciplinari
N. Prodotti
% Prodotti
SPS/07
SOCIOLOGIA GENERALE
1001
36,9
SPS/08
SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI E COMUNICATIVI
785
29,0
SPS/09
SOCIOLOGIA DEI PROCESSI ECONOMICI E DEL LAVORO
410
15,1
SPS/10
SOCIOLOGIA DELL'AMBIENTE E DEL TERRITORIO
195
7,2
SPS/11
SOCIOLOGIA DEI FENOMENI POLITICI
142
5,2
SPS/12
SOCIOLOGIA GIURIDICA, DELLA DEVIANZA E MUTAMENTO SOCIALE
178
6,6
               Totale Sociologia
2711
100,0


E’ dominante il settore della Sociologia Generale, con 1001 prodotti pari al 36,9%, seguito dalla Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi, con 785 prodotti circa un terzo del totale, e da Sociologia dei Processi Economici e del Lavoro, con 410 prodotti pari al 15,1%. Gli ultimi tre gruppi sono abbastanza vicini, con Sociologia dell'Ambiente e del Territorio (195 prodotti pari al 7,2%), Sociologia Giuridica, della Devianza e Mutamento Sociale (178 prodotti pari al 6,6%), e, infine, il gruppo più piccolo, Sociologia dei Fenomeni Politici (142 pari al 52,%). In termini di settori concorsuali, il 48,7% dei prodotti conferiti afferisce a SOCIOLOGIA GENERALE, GIURIDICA E POLITICA, il 29,0% a SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI E COMUNICATIVI e il 22,3% al macrosettore SOCIOLOGIA APPLICATA.