Come tutti sanno, sono state nominate le commissioni di
valutazione del concorso di abilitazione scientifica nazionale per le tre aree
concorsuali che riguardano la sociologia. Il criterio di nomina, consistente in
un’estrazione a sorte, è totalmente nuovo per il sistema concorsuale italiano.
Merita quindi una riflessione sui risultati che ne sono scaturiti. In
particolare un aspetto mi interessa discutere: il nuovo sistema ha funzionato
veramente come strumento per sparigliare le carte rispetto agli equilibri
spartitori tra le componenti cui eravamo abituati? E se è così, quali nuovi
scenari si stanno aprendo?
Non ho la pretesa di avanzare un’interpretazione, ma per
cominciare vorrei mettere sul tavolo alcune considerazioni analitiche.
Nella tabella che segue riporto i nomi dei commissari e la
loro appartenenza di componente. Naturalmente si tratta di un esercizio
delicato, perché l’appartenenza non è un dato sancito formalmente. Solo nel
caso di AIStre è stata recentemente creata una lista degli aderenti, benché non
mi risulta sia al momento pubblicamente accessibile. Inoltre, se l’appartenenza
è stata alla base della carriera di quasi tutti negli ultimi due decenni, ci
sono però livelli di coinvolgimento molto diversi e traiettorie di cui tener
conto.
È quindi importante che i diretti interessati, se non si
riconoscono in queste attribuzioni, lo comunichino tempestivamente per poter
fare le opportune modifiche.
14/C1 - Sociologia generale, giuridica e politica
Nome
|
Università
|
Componente
|
Alberto Febbrajo
|
Macerata
|
Spe
|
Maria Caterina Federici
|
Perugia
|
Spe
|
Dario Melossi
|
Bologna
|
MiTo
|
Maurizio Pisati
|
Milano Bicocca
|
Originariamente di area MiTo, è tuttavia uno degli
animatori del blog Per la sociologia
|
Christine Labonté-Roset
|
Alice Salomon Hochschule Berlin
|
14/C2 - Sociologia dei processi culturali e comunicativi
Nome
|
Università
|
Componente
|
Pierpaolo Donati
|
Bologna
|
Spe
|
Franco Garelli
|
Torino
|
Spe
|
Paolo Mancini
|
Perugia
|
MiTo
|
Alberto Marinelli
|
Roma Sapienza
|
Originariamente di area stateriana, non si è iscritto
all’associazione AIStre in occasione della sua formalizzazione l’anno scorso
|
Kevin Barnhurst
|
Chicago
|
14/D1 - Sociologia dei processi economici, del lavoro, dell'ambiente
e del territorio
e del territorio
Nome
|
Università
|
Componente
|
Carlo Trigilia
|
Firenze
|
MiTo
|
Antonio Mutti
|
Pavia
|
MiTo
|
Serafino Negrelli
|
Milano Bicocca
|
MiTo
|
Fiammetta Mignella Calvosa
|
Lumsa Roma
|
Originariamente di area stateriana, non si è iscritta
all’associazione AIStre in occasione della sua formalizzazione l’anno scorso
|
Federico Varese
|
Oxford
|
Anzitutto alcune considerazioni di carattere generale:
1) Sono stati sorteggiati anche studiosi che hanno
esplicitamente rifiutato la logica spartitoria delle componenti. Questo, con un
sistema elettorale puro quale è stato in Italia per molti anni, non sarebbe
stato possibile.
2) Anche in conseguenza di questo, possiamo pensare che la
presenza dei membri stranieri introduca effettivamente un elemento di
disequilibrio nelle commissioni? Da un lato, i tre studiosi sorteggiati
presentano effettivamente dei curricula lontani dalle vicende accademiche
nostrane (questo non era affatto scontato). Dall’altro lato, essi non si
troveranno isolati in commissioni prone ai principi della spartizione per
appartenenza (e anche questo era un rischio che si correva, e che si sarebbe
senz’altro corso senza il meccanismo del sorteggio).
3) La componente di AIStre non è rappresentata nelle
commissioni. Un fatto che, anche a prescindere da considerazioni sul peso relativo delle tre componenti a livello di professori ordinari, senz’altro stride col potere concorsuale esercitato da AIStre negli ultimi vent’anni. Questo semplice fatto potrebbe aiutare a incrinare i
metodi spartitori seguiti in passato? (Senza andare, si spera, a discapito di
studiosi validi che siano esplicitamente o implicitamente riconducibili ad
AIStre).
4) In tutto ciò il settore concorsuale 14/D1 continua a
essere dominato da una sola componente, il MiTo, e sarà interessante capire se
ciò produrrà effetti virtuosi o viziosi nelle scelte della commissione.
5) Un’osservazione di carattere geografico: nessun
commissario proviene dal sud Italia. Anche questo ha probabilmente le sue
ragioni statistiche, eppure rischia di reiterare la tradizionale marginalità
delle università del sud nella nostra disciplina.
Come si comporteranno le componenti di fronte a questo tipo
di commissioni? Quanta pressione saranno capaci di esercitare ancora sui
commissari (a prescindere dall’indipendenza di questi ultimi, che non è qui in
questione)? O forse hanno già perso interesse a questo livello del processo,
poiché è chiaro che i veri giochi si faranno a livello di ateneo? Ma in questo
caso non rischiamo allora di passare dalla dittatura di aggregazioni
democratiche alla dittatura dei satrapi locali in grado di influenzare o
governare le commissioni d’ateneo?
Notizie recenti fanno pensare che il Ministero stia cercando
di impedire sia la politica del dentro tutti, sia quella della selezione più
rigida. Speriamo che sappia trovare strumenti per controllare e regolamentare
anche la fase successiva del processo di reclutamento, senza cadere in quegli
estremi borbonici che renderanno invece la vita impossibile, temo, ai
commissari ora eletti.
Paolo Volonté
Nessun commento:
Posta un commento
Il tuo commento verrà visualizzato dopo qualche ora dall'invio. Affinché il tuo post sia pubblicato è necessario inserire in calce il tuo nome e cognome per esteso e la tua afferenza accademica: es: Mario Rossi (Università di Roma). Se dopo 24 ore non vedi il tuo post, o se hai dubbi, scrivi direttamente una mail a perlasociologia@gmail.com