giovedì 17 gennaio 2013

Commissari per caso


Come tutti sanno, sono state nominate le commissioni di valutazione del concorso di abilitazione scientifica nazionale per le tre aree concorsuali che riguardano la sociologia. Il criterio di nomina, consistente in un’estrazione a sorte, è totalmente nuovo per il sistema concorsuale italiano. Merita quindi una riflessione sui risultati che ne sono scaturiti. In particolare un aspetto mi interessa discutere: il nuovo sistema ha funzionato veramente come strumento per sparigliare le carte rispetto agli equilibri spartitori tra le componenti cui eravamo abituati? E se è così, quali nuovi scenari si stanno aprendo?

Non ho la pretesa di avanzare un’interpretazione, ma per cominciare vorrei mettere sul tavolo alcune considerazioni analitiche.
Nella tabella che segue riporto i nomi dei commissari e la loro appartenenza di componente. Naturalmente si tratta di un esercizio delicato, perché l’appartenenza non è un dato sancito formalmente. Solo nel caso di AIStre è stata recentemente creata una lista degli aderenti, benché non mi risulta sia al momento pubblicamente accessibile. Inoltre, se l’appartenenza è stata alla base della carriera di quasi tutti negli ultimi due decenni, ci sono però livelli di coinvolgimento molto diversi e traiettorie di cui tener conto.
È quindi importante che i diretti interessati, se non si riconoscono in queste attribuzioni, lo comunichino tempestivamente per poter fare le opportune modifiche.


 
14/C1 - Sociologia generale, giuridica e politica
Nome
Università
Componente
Alberto Febbrajo
Macerata
Spe
Maria Caterina Federici
Perugia
Spe
Dario Melossi
Bologna
MiTo
Maurizio Pisati
Milano Bicocca
Originariamente di area MiTo, è tuttavia uno degli animatori del blog Per la sociologia
Christine Labonté-Roset
Alice Salomon Hochschule Berlin


14/C2 - Sociologia dei processi culturali e comunicativi
Nome
Università
Componente
Pierpaolo Donati
Bologna
Spe
Franco Garelli
Torino
Spe
Paolo Mancini
Perugia
MiTo
Alberto Marinelli
Roma Sapienza
Originariamente di area stateriana, non si è iscritto all’associazione AIStre in occasione della sua formalizzazione l’anno scorso
Kevin Barnhurst
Chicago


14/D1 - Sociologia dei processi economici, del lavoro, dell'ambiente 
e del territorio
Nome
Università
Componente
Carlo Trigilia
Firenze
MiTo
Antonio Mutti
Pavia
MiTo
Serafino Negrelli
Milano Bicocca
MiTo
Fiammetta Mignella Calvosa
Lumsa Roma
Originariamente di area stateriana, non si è iscritta all’associazione AIStre in occasione della sua formalizzazione l’anno scorso
Federico Varese
Oxford


Anzitutto alcune considerazioni di carattere generale:
1) Sono stati sorteggiati anche studiosi che hanno esplicitamente rifiutato la logica spartitoria delle componenti. Questo, con un sistema elettorale puro quale è stato in Italia per molti anni, non sarebbe stato possibile.
2) Anche in conseguenza di questo, possiamo pensare che la presenza dei membri stranieri introduca effettivamente un elemento di disequilibrio nelle commissioni? Da un lato, i tre studiosi sorteggiati presentano effettivamente dei curricula lontani dalle vicende accademiche nostrane (questo non era affatto scontato). Dall’altro lato, essi non si troveranno isolati in commissioni prone ai principi della spartizione per appartenenza (e anche questo era un rischio che si correva, e che si sarebbe senz’altro corso senza il meccanismo del sorteggio).
3) La componente di AIStre non è rappresentata nelle commissioni. Un fatto che, anche a prescindere da considerazioni sul peso relativo delle tre componenti a livello di professori ordinari, senz’altro stride col potere concorsuale esercitato da AIStre negli ultimi vent’anni. Questo semplice fatto potrebbe aiutare a incrinare i metodi spartitori seguiti in passato? (Senza andare, si spera, a discapito di studiosi validi che siano esplicitamente o implicitamente riconducibili ad AIStre).
4) In tutto ciò il settore concorsuale 14/D1 continua a essere dominato da una sola componente, il MiTo, e sarà interessante capire se ciò produrrà effetti virtuosi o viziosi nelle scelte della commissione.
5) Un’osservazione di carattere geografico: nessun commissario proviene dal sud Italia. Anche questo ha probabilmente le sue ragioni statistiche, eppure rischia di reiterare la tradizionale marginalità delle università del sud nella nostra disciplina.
Come si comporteranno le componenti di fronte a questo tipo di commissioni? Quanta pressione saranno capaci di esercitare ancora sui commissari (a prescindere dall’indipendenza di questi ultimi, che non è qui in questione)? O forse hanno già perso interesse a questo livello del processo, poiché è chiaro che i veri giochi si faranno a livello di ateneo? Ma in questo caso non rischiamo allora di passare dalla dittatura di aggregazioni democratiche alla dittatura dei satrapi locali in grado di influenzare o governare le commissioni d’ateneo?
Notizie recenti fanno pensare che il Ministero stia cercando di impedire sia la politica del dentro tutti, sia quella della selezione più rigida. Speriamo che sappia trovare strumenti per controllare e regolamentare anche la fase successiva del processo di reclutamento, senza cadere in quegli estremi borbonici che renderanno invece la vita impossibile, temo, ai commissari ora eletti.

Paolo Volonté



Nessun commento:

Posta un commento

Il tuo commento verrà visualizzato dopo qualche ora dall'invio. Affinché il tuo post sia pubblicato è necessario inserire in calce il tuo nome e cognome per esteso e la tua afferenza accademica: es: Mario Rossi (Università di Roma). Se dopo 24 ore non vedi il tuo post, o se hai dubbi, scrivi direttamente una mail a perlasociologia@gmail.com