Con la partecipazione di oltre cento colleghi da tutta
Italia, il primo incontro “Per la sociologia” ha reso visibile ciò che sinora
poteva solo immaginarsi o sperarsi: la nascita effettiva di un nuovo soggetto
collettivo – un “movimento”, una “rete”, una “entità”, queste le definizioni
emerse e che per ora accogliamo come egualmente valide – che si ponga in netta
antitesi nel suo modo di essere e di fare rispetto alle logiche
particolaristiche e di fazione (o “componente”) che hanno segnato la storia
recente della disciplina in Italia negli ultimi trent’anni, con gli esiti che
tutti (o quasi tutti) vediamo e non siamo più disposti ad accettare. Un
soggetto collettivo che si ponga al servizio della professione/disciplina nel
suo complesso, e non delle sue sempre meno plausibili e legittime “parti”. Un
soggetto collettivo che non ambisce certo a sostituirsi all’Associazione Italiana
di Sociologia ma che pretende di parlare a nome di coloro che non si
riconoscono nel modo in cui l’Associazione stessa è venuta sviluppandosi e
funzionando, più contenitore di “partiti” tra loro in opposizione e/o
collusione che istanza di rappresentanza e rappresentazione dell’identità professionale/disciplinare,
e soprattutto di promozione e difesa delle sue qualità intellettuali e morali.

Il dibattito ha toccato soprattutto i seguenti temi: la
qualità del lavoro dei sociologi italiani e i meccanismi di valutazione dello
stesso; i pro e i contro dell’accademia italiana per la vita scientifica
“quotidiana” dei sociologi; le difficoltà e le potenzialità dell’istituzione di
robusti meccanismi reputazionali; la funzione e i problemi dell’AIS e delle
componenti al suo interno (spiace che, per una serie di circostanze sfortunate,
nessuno dei previsti rappresentanti del direttivo AIS fosse presente); il ruolo
che le riviste scientifiche possono avere in un processo di rinnovamento della
sociologia in Italia; e, naturalmente, la determinazione degli aderenti a “Per
la sociologia” ad intraprendere azioni concrete per il miglioramento della
qualità della vita scientifica di ognuno e della disciplina nel suo complesso.
Le principali conclusioni emerse dal dibattito, cui sono
connesse altrettante iniziative decise nell’ultima sessione della giornata, sono
state le seguenti:
1) Costituzione di un gruppo di lavoro finalizzato alla
stesura finale di un “codice delle buone pratiche” del sociologo accademico
italiano, che proporremo come manifesto alla comunità professionale, che
chiunque potrà sottoscrivere liberamente, impegnandosi al suo rispetto nelle
pratiche professionali anche quotidiane.
2) In un’ottica di responsabilizzazione e trasparenza, il
blog “Per la sociologia” diventerà il luogo naturale in cui attivare meccanismi
reputazionali virtuosi, in particolare attraverso monitoraggio sistematico delle
procedure concorsuali prossime e venture (ma anche passate, nel caso di patenti
violazioni dell’etica professionale quando non della legge). Si prevede quindi
l’istituzione di un forum per la discussione pubblica, aperta a chiunque faccia
parte della comunità disciplinare, degli esiti dei processi di reclutamento a
ogni livello.
3) Questo si accompagnerà all’istituzione di un gruppo di
lavoro per condurre una riflessione in
itinere sui criteri e i meccanismi di valutazione della produttività
scientifica, sempre legata a una valutazione attenta dello stato della
sociologia in Italia, della sua posizione internazionale, e delle sue esigenze
anche locali.
4) Un’altra proposta avanzata e accolta è quella di
trasformare il blog “Per la sociologia” in punto di riferimento e base
organizzativa per alcune pratiche virtuose come la messa in rete dei CV, la pubblicizzazione dei bandi di concorso (e
della composizione delle relative commissioni) e l’esercizio della funzione di
giudizio critico nei confronti della produzione sociologica nazionale.
5) Si cercherà, parallelamente alla riflessione sul
movimento e sulla sua identità (per la quale verrà parimenti istituito apposito
gruppo di lavoro), di creare un coordinamento delle riviste sociologiche
nazionali in vista della definizione di adeguati standard di accreditamento
delle stesse da parte dell’Anvur. In questo caso lo scopo è quello di contribuire
a definire principi rigorosi e qualitativamente inattaccabili di valutazione e
ancor prima di funzionamento, la cui applicazione sarà richiesta almeno per le
riviste di fascia più alta.
6) Infine, si è deciso di procedere all’organizzazione di un
prossimo, secondo incontro (presumibilmente a Padova, nel marzo 2012) che
faccia il punto della situazione su tutte le iniziative precedenti, e prosegua
nell’elaborazione di strategie d’azione. Questo secondo incontro affiancherà
alla discussione sull’attività organizzativa anche un momento di confronto
scientifico, nell’intento di contribuire a quella promozione e ancor prima
definizione della qualità intellettuale che costituisce l’obiettivo finale del
progetto.
Con questo programma di lavoro per i prossimi mesi, i
sociologi “Per la sociologia” invitano tutti i loro colleghi che si riconoscono
nello spirito e negli obiettivi del progetto a dare al più presto la loro
adesione tramite il blog. Perché come
ammoniva un arguto toscano di qualche secolo or sono: “Il posto più caldo dell'inferno è riservato per quelli
che nei momenti di crisi morale preservarono la propria neutralità”.
Bene! mi sembra un ottimo programma di lavoro cui cercherò di non fare mancare il mio modesto contributo. Per iniziare, con uno spunto di riflessione sui sorteggi dei componenti delle commissioni di concorso: come possiamo garantire più trasparenza anche su questo aspetto? Grazie e cordiali saluti, roberto serpieri (Dip. Sociologia, Univ. Federico II Napoli)
RispondiElimina