Ci riserviamo di tornare, come Per la sociologia-XLS, più distesamente sulla questione che chiaramente riguarda non solo e non tanto i processi di valutazione tuttora in corso quanto le forme e i modi della rappresentanza professionale della nostra disciplina, in occasione di un prossimo post in cui si avanzeranno alcuni elementi di analisi e di riflessione sugli esiti del convegno fiorentino e in particolare sulle elezioni per il rinnovo delle cariche, esiti peraltro ormai ampiamente noti (e prevedibili).
Gentile direttivo,
siamo soci dell’Ais e con piacere registriamo l’intenzione da parte
vostra di avviare una riflessione collettiva sui temi della valutazione della
ricerca e delle carriere scientifiche. Temi di estrema attualità in questo
momento, come tutti sappiamo.
Nella formulazione della vostra lettera, tuttavia, troviamo alcuni
aspetti che ci hanno lasciati perplessi perché, non essendo del tutto chiari,
danno adito anche a interpretazioni in cui non ci potremmo riconoscere. In
particolare, su due temi vi chiediamo di fare chiarezza e sbarazzare il campo
da possibili forme di strumentalizzazione.
La lettera sembra mostrare una preoccupante mancanza di sensibilità
istituzionale, laddove vi pronunciate su procedure di valutazione che sono
ancora in corso. Parlate di “prendere posizione” per “favorire la trasparenza
dei processi di valutazione ora in corso” e per “contribuire a correggere” le
loro “storture”. Vi chiediamo di chiarire queste affermazioni. A quale mancanza
di trasparenza state pensando (dato che i CV dei candidati, i criteri utilizzati
per la valutazione e i risultati della stessa saranno resi pubblici)? Di quali
storture siete a conoscenza? Come pensate di correggere il processo senza
interferire illegittimamente con l’autonomia delle commissioni?
In secondo luogo, con riferimento alla valutazione della ricerca, vi
chiediamo di esplicitare che cosa intendete per “scarsa trasparenza dei
parametri”, “discutibilità dei criteri”, “griglie di valutazione e parametri di
valutazione grossolanamente inadatti”, poiché si tratta di espressioni vaghe e
quindi troppo facilmente fraintendibili. Temiamo infatti che questa vaghezza
possa alimentare una resistenza culturale ai principi della valutazione, della
comparazione e del merito scientifico applicati allo sviluppo delle carriere
universitarie e al finanziamento degli atenei, principi di cui gli attuali
processi di valutazione - pur con tutti i loro difetti - sono finalmente
espressione.
Restiamo in attesa di una vostra risposta, convinti che ogni
chiarificazione non possa che aiutare a migliorare “la qualità e la ricchezza
del nostro lavoro”.
Cordiali saluti,
Maurizio Ambrosini, Gabriele Ballarino, Filippo Barbera, Giovanni
Boccia Artieri, Luigi Burroni, Maurizio Catino, Antonio Chiesi, Guido Gili,
Mauro Magatti, Enzo Mingione, Emanuela Mora, Nicola Negri, Emmanuele Pavolini, Francesco
Ramella, Costanzo Ranci, Ida Regalia, Marino Regini, Emilio Reyneri, Paolo Volonté.
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