martedì 2 ottobre 2012

Lettera di Orsini ai suoi colleghi

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.


Cari colleghi,

per decenni, l’Università italiana è stata umiliata da una quantità enorme di concorsi truccati. Questo sistema deve essere combattuto. Non è un’impresa facile perché la cultura dell’omertà, così radicata nei nostri ambienti, isola coloro che hanno il coraggio civile di rivolgersi alla magistratura mentre fornisce protezione e solidarietà ai professori che violano le regole, incoraggiando i primi a tacere e i secondi ad abusare dei loro poteri. È significativo che alcuni firmatari del documento “Un’altra strada” mi abbiano scritto per dirmi: “Noi sappiamo che tu hai subito un’ingiustizia, ma ti sei spinto troppo oltre con la tua richiesta di censura”. D’altronde, la magistratura è stata chiarissima: la responsabilità dell’annullamento del concorso di Chieti è tutta dei commissari, non della norma illegittima contenuta nel bando.

I magistrati spiegano che, se i commissari avessero escluso dalla valutazione il candidato locale o, eventualmente, il suo libro “fantasma”, la norma illegittima non avrebbe prodotto conseguenze ed io − almeno su questo punto specifico − non avrei potuto presentare doglianze. Ciò è dimostrato dal fatto che la magistratura scrive che la norma illegittima produce una “concreta lesività solo all’esito della procedura”. E l’esito della procedura è stato viziato dal fatto che la commissione ha ammesso a valutazione titoli che non avrebbe dovuto ammettere.






Si presti attenzione a ciò che è scritto nella sentenza: “L’immediata lesività, con conseguente onere di immediata e diretta impugnazione, di un bando che indice una procedura selettiva va ravvisata unicamente per le clausole ostative alla partecipazione, non per quelle che ciò consentano e che assumono (eventualmente) concreta lesività solo all’esito della procedura: nel caso specifico, l’art. 5, punto 9, del bando rettorale n.682/2008 non contiene alcuna condizione di ammissibilità alla procedura indetta, ma solo la possibilità di valutare le pubblicazioni ancora in bozza di stampa ed è solo dopo che il controinteressato, che di questa possibilità si è avvalso, è risultato idoneo che la posizione del ricorrente è stata effettivamente lesa da questa prescrizione del bando”.

Tuttavia, la comunità scientifica, ancor più che sulla sentenza, dovrebbe riflettere su questa parte dei verbali, dai quali emerge che la commissione, pur essendo stata avvisata che stava operando contro la legge, ha rifiutato di controllare che la procedura si fosse svolta regolarmente



Due sentenze di annullamento del concorso, i verbali online, i curricula dei candidati, consentono di comprendere chiaramente ciò che è accaduto a Chieti. Cento firme di cento professori ordinari non riusciranno a nascondere la verità.

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